Siamo arrivati alla terza tappa del nostro viaggio alla scoperta degli oli essenziali. Abbiamo visto insieme quali sono le caratteristiche di un buon olio essenziale e quali informazioni devono essere contenute in etichetta.
Il tema di questo terzo articolo della nostra guida è “I metodi di estrazione degli oli essenziali”.
Conoscere i metodi di produzione delle materie prime, come gli oli essenziali ci permette:
- di attribuire loro il giusto valore.
- di evitare l’acquisto di oli essenziali scadenti o adulterati.
Quali sono i metodi di estrazione degli oli essenziali?
Essenze è il nome con cui ci riferiamo alle sostanze aromatiche quando si trovano ancora all’interno della pianta. Vengono definiti “oli essenziali” solo quando vengono estratti dalla pianta.
I metodi di estrazione delle sostanze aromatiche sono:
- Distillazione in corrente di vapore
- Spremitura a freddo
- Con fluidi supercritici, come la CO2
- Macerazione o enfleurage
La distillazione in corrente di vapore
La distillazione in corrente di vapore è il più comune tra i metodi di estrazione degli oli essenziali. Si basa volatilità degli oli essenziali, ossia la caratteristica fisica che li rende facilmente vaporizzabili e trascinabili dal vapore acqueo.
Per ottenere oli essenziali di alta qualità si utilizza la pianta fresca, raccolta al momento opportuno della giornata e nel suo tempo balsamico, ossia quando la concentrazione di principi attivi all’interno della pianta è massima.
La pianta da cui si deve ottenere l’olio viene posta in un contenitore in cui si fa confluire una corrente di vapore per mezzo di ebollizione di acqua in una caldaia.
Il passaggio del vapore, generato dall’ebollizione dell’acqua, attraverso il materiale vegetale rende le pareti cellulari più permeabili, fino a determinarne la rottura e la fuoriuscita dell’essenza, la quale, essendo volatile, viene vaporizzata.
L’olio così estratto viene trasportato in un altro serbatoio di raffreddamento dove viene condensato in una serpentina e riportato allo stato liquido.
In questa fase avviene la separazione tra olio essenziale e idrolato (acqua distillata). La separazione si verifica perché l’olio essenziale ha una densità inferiore all’acqua e si deposita in superficie.
Gli oli essenziali distillati in corrente di vapore non rispecchiano le sostanze aromatiche presenti nell’apparato secretore della pianta, ma formano nuove molecole in seguito al processo di estrazione.
La spremitura a freddo
La spremitura a freddo è la tecnica utilizzata per ottenere gli oli essenziali dalla buccia degli agrumi, come pompelmo e bergamotto.
Negli agrumi, gli Oli Essenziali sono racchiusi all’interno di strutture, chiamate vescicole oleifere, che si trovano nella parte colorata della buccia (epicarpo o flavedo). Gli oli essenziali contenuti nella scorza dei frutti sono facilmente perossidabili, il che li rende inadatti ai metodi di estrazione che implicano l’uso di fonti di calore toppo elevato.
Le bucce, separate del frutto vengono sottoposte ad un processo di spremitura meccanica a freddo, con torchi a mano o idraulici per estrarre le essenze contenute nelle ghiandole oleifere della scorza fresca dei frutti. Il procedimento implica l’utilizzo di poca acqua , dalla quale l’olio essenziale viene separato tramite pressione o centrifugazione e lasciato a decantare o filtrato per essere purificato.
Gli oli essenziali distillati in corrente di vapore non rispecchiano le sostanze aromatiche nell’apparato secretore della pianta ma formano nuove molecole in seguito al processo di estrazione.
L’estrazione degli Oli essenziali con Fluidi supercritici
Il più moderno tra i metodi di estrazione degli oli essenziali è quello dei fluidi supercritici indicati con l’acronimo SCF sono sostanze che si trovano a una temperatura e a una pressione superiore a quella critica e le cui proprietà sono in parte simili a quelle di un liquido e in parte simili a quelle di un gas. Quando raggiunge lo stato supercritico le capacità solvatanti e di permeabilità di queste sostanze sono al loro massimo.
L’anidride carbonica è il fluido supercritico più utilizzato a causa del suo basso costo, e delle sue caratteristiche:
inerzia chimica e assenza di tossicità e di infiammabilità.
L’estrazione degli oli essenziali con CO2 (anidride carbonica) supercritica non mette in contatto con la pianta sostanze sintetiche e, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è un processo di lavorazione green e sostenibile.
L’anidride carbonica viene portata a temperature e pressioni superiori a quelle definite critiche: 31°C e 73 atm. In questa configurazione la CO2 supercritica è in grado di sciogliere le sostanze presenti nel vegetale e accumulare l’olio essenziale negli appositi separatori.
Questo metodo di estrazione è estremamente selettivo. L’anidride carbonica supercritica viene immessa nel sistema chiuso a temperatura e pressione tali da consentire l’evaporazione del singolo principio funzionale, restituendo un prodotto finale dal profilo organolettico perfetto.
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L’estrazione di oli essenziali con macerazione o enfleurage.
Tra i metodi di estrazione degli oli essenziali il più antico è l’enfleurage.
Si tratta di una procedura molto lenta e costosa che permette di ricavare le essenze dai petali dei fiori, che sono la parte più delicata della pianta e non tollerano generalmente i trattamenti con elevate temperature.
Questa tecnica prevede l’utilizzo di sostanze lipofile, in grado di assorbire i grassi, come ed esempio il burro di karité o altri grassi di origine vegetale.
Il grasso viene spalmato due telai formati da una lastra di vetro inserita in una cornice in legno, i fiori appena raccolti vengono disposti in uno strato sottile sulla superficie grassa e lasciati riposare per alcuni giorni.
I petali vengono poi rimossi e sostituiti con altri freschi.
Il ciclo si completa quando il solvente raggiunge la completa saturazione (possono volerci sino a 30 ripetizioni della procedura).
Da questo processo si ottiene una pomata profumata dalla quale gli oli essenziali, possono essere estratti con un solvente come l’alcol etilico.
Dopo la filtrazione si ottengono essenze floreali pure, pregiatissime e molto rare.
Al giorno d’oggi, oli essenziali come il Gelsomino e la tuberosa vengono prodotti ricorrendo ad un solvente per ottenere una pasta aromatica contenente oli e cere.
Per separare il solvente si distilla in alcol sottovuoto e si ricava così l’essenza floreale. Purtroppo questo processo però lascia traccia del solvente nella composizione degli oli.
I metodi di estrazione degli Oli Essenziali
Gli oli essenziali estratti con le tecniche descritte sono e di buona qualità, quindi per essere sicuri di lavorare al meglio con la calcoterapia naturale GypsoTerm, verificate sempre in etichetta le indicazioni sull’estrazione e chiedete ai vostri fornitori le opportune informazioni.
Se questo articolo ti è piaciuto, non perderti il prossimo su questo tema dove parleremo dei metodi di adulterazione degli oli essenziali.
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